Bosque,
Ed. Le Lettere,
2004
pp. 208

traduzione di
Antonella Ciabatti

 

Risvolto di copertina

Una desolata regione della pampa argentina con la piccola cittadina di Bosque. È qui che ha avuto luogo un tentativo di rapina in banca, finito con l'uccisione di tutti i banditi. Ed è qui che in una mattina invernale arriva Mudo, per ricostruire le ultime ore di uno di quei rapinatori, Dante, il suo nemico personale, l'uomo che vent'anni prima gli aveva portato via la moglie. Spacciandosi per sceneggiatore cinematografico interessato alla storia della rapina, Mudo riesce subito a conquistarsi la fiducia degli abitanti. Ben presto però si accorge che sotto l'apparenza di cittadina tranquilla in cui tutti fanno parte di una grande famiglia serpeggiano invidie e rivalità e sotto la nebbia si celano segreti pesanti come macigni.

E il veleno che intossica la città non risparmia nessuno, neanche la figlia del potente avvocato Varini, la giovane e misteriosa motociclista Leda, che non parla più con nessuno dal giorno della rapina, giorno in cui insieme ai banditi è morta anche la madre.

Quest'opera, ancorché autonoma, si svolge a distanza di un anno e mezzo nello stesso ambiente e con molti degli stessi personaggi della vicenda narrata da Dal Masetto in É sempre difficile tornare a casa (traduzione di Laura Pariani, 2004).


La prima pagina

    Erano tre ore che Mudo guidava per quella strada sempre uguale, attraverso i campi invernali, con le macchie di alberi e il bestiame immobile che appariva e scompariva nella nebbia. Rallentò quando vide un cartello crivellato di colpi dove si poteva ancora leggere: Bosque 3 Km. Il bivio era sulla destra e prima di arrivarci Mudo uscì dall'asfalto e si fermò sull'erba. Scese e cominciò a muoversi su e giù per sgranchire le gambe. Accese una sigaretta, l'ultima del pacchetto, e fumò appoggiato all'auto. Un sole pallido aveva appena rotto le nubi, la nebbia si stava diradando e poté vedere davanti a sé la macchia chiara delle case di Bosque e il campanile al centro.
    A pochi metri dalla strada il terreno cominciava a scendere fino a formare un avvallamento coperto di arbusti. L'avvallamento era largo un centinaio di metri e andava a morire contro un terrapieno dove correvano i binari della ferrovia. A quell'altezza i binari descrivevano una lunga curva. C'era un gran silenzio e, nella pianura e nell'aria, l'unico movimento fu quello di uno stormo di uccelli scuri che si alzò e poi sparì vicino a uno specchio d'acqua.

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