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Oscuramente forte è la vita, |
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La quarta di copertina Ormai emigrata da tanto tempo, Agata, la protagonista, ripensa alla sua giovinezza in Italia: quel mondo contadino segnato dal fascismo e dalla guerra diventa nel ricordo il teatro naturale di esperienze a volte dure, ma ricche di affetti, che l'hanno resa consapevole della sua forza e delle infinite risorse che offre la vita. |
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Dalla prima pagina La mia casa era alla periferia di Tarni, passata la fabbrica tessile ed i primi prati, salendo verso quei monti per cui si poteva camminare o scappare in Svizzera e in Francia. Da cortile, sporgendosi verso il pendio, si vedevano le foci dei fiumi San Giovanni e San Giorgio, una ad ogni lato del paese, e tra le due i tetti di tegole stretti alle pendici contro la costa del lago e, dietro, le isole, la scie lente delle barche dei pescatori, i campanili dei paesi del lato opposto, i profili delle montagne nell'aria trasparente. In questo luogo sono nata, una mattina del luglio 1911, anno in cui, per quanto mi hanno raccontato, i fiumi si erano ingrossati come non mai e il San Giorgio si era portato via una casa costruita troppo vicina alla riva, e con la casa un'intera famiglia.
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