Roberto Raschella

è nato a Buenos Aires nel 1930, figlio di italiani originari di Mammola (Calabria), emigrati in Argentina per motivi politici. "En un viaje anterior, mi padre se había iniciado en el oficio de sastre. [...] Yo nací en el mes de la revolución del 30. Después llegaron años duros para la familia, nos mudábamos constantemente, siempre a casa con buena luz natural. Era común entonces ver a un sastre trabajando detrás de una ventana” (dall'intervista a Pablo Ingberg, La Nación, Buenos Aires, 1999).

Intraprende gli studi magistrali e nel 1948 ottiene il diploma di maestro. Nel 1952 comincia a occuparsi di cinema scrivendo sceneggiature e articoli di critica per numerose riviste tra cui “Plática”, “Cuadernos de cultura”, “Lyra”, “La rosa blindada”, “Tiempo de cine”, “Cinecrítica” e “Cinema nuovo”.

Dal 1952 insegna nella scuola pubblica, mentre l'anno seguente comincia la sua intesa attività di traduttore dall'italiano.

Nel 1964 soggiorna per alcuni mesi in Italia, nel paese di origine dei genitori, approfittandone per studiare i dialetti dell'Italia Meridionale: “Estudiaba algunos dialectos y cuestiones lingüísticas. De algún modo, siempre buscando a mis padres”, precisa.

Nel 1978, in piena dittatura militare, ottiene il Premio "Poema a la niñez" che gli viene consegnato da Ernesto Sábato.

La sua produzione alterna libri di poesia, come Malditos los gallos (1979) e Poemas del exterminio (1988), ai romanzi Dialogos en los patios rojos (1994) e Si hubiéramos vivido aquí (1998) pensati come parti di una trilogia, per tornare alla poesia con Tímida hierba de agosto (2001).

Senza tralasciare il suo intenso lavoro come traduttore, attualmente sta scrivendo il terzo romanzo della sua trilogia.

 


 

 
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